martedì 22 ottobre 2013
IL CRISTIANESIMO 2/2
La nuova fede cristiana parlava di un dio, padre di tutti gli uomini il quale non aveva nessuna distinzione tra razze o condizioni sociali. Ma Gesù cristo venne da subito visto dai romani come un vero e proprio pericolo. Predicando il Messia accusò i Farisei di essere uomini falsi ed'impuri; così questi ultimi lo denunciarono al governatore romano di allora Ponzio Pilato. Ecco che Cristo ed i suoi seguaci furono additati come nemici del genere umano; e rifiutandosi di venerare la figura dell'Imperatore (culto sacro ai romani) Gesù venne crocifisso nel 33 D.C; dall'ora in poi, i cristiani subirono col tempo dure persecuzioni sotto Valeriano, Diocleziano o lo stesso Nerone che li accusò di aver provocato uno spaventoso incendio nella città eterna. I 12 apostoli (o discepoli), dopo uno smarrimento iniziale, cominciarono a predicare a Roma che Gesù Cristo era risorto da morte; così Paolo di Tarso e Pietro (capo dei 12), persero la vita durante la persecuzione. Proprio in questi secoli, nuove realtà cristiane fiorirono sulle terre dell'Impero; le nuove collettività dunque sorgevano soprattutto nelle città più grandi, mantenendosi in contatto tra di loro. A guida di queste nuove comunità, i Cristiani degli anziani chiamati Presbiteri i quali si occupavano delle cure dell'anima, dei sacramenti, dell'eucarestia; questi ultimi venivano poi aiutati durante la liturgia dai Diaconi. I sorveglianti di tutte queste nuove comunità, i continuatori dell'opera degli apostoli si fecero chiamare Episcopi: e si garantivano la corretta adesione alla dottrina in ogni centro abitato che presiedevano, detta Ecclesia.
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