IL MONACHESIMO: con la
diffusione del cristianesimo, durante il III ed il IV sec D.C.,
gruppi sempre più numerosi di persone di fede cristiana, si
avventurarono in zone desertiche dove vissero in solitudine, povertà
e preghiera. Tra i motivi che generarono questo fenomeno vi fu il
desiderio di seguire l' esempio di Gesù Cristo, rimasto 40 giorni
nel deserto; l' ideale quindi di “perfetto cristiano” divenne
quello di una vita vissuta nella rinuncia totale delle soddisfazioni
corporali, e nell' assoluta povertà e castità. Il monachesimo
prescriveva ai monaci di vivere in solitudine, separati dal mondo:
qua ,preghiera e lavoro, contemplazione e isolamento avevano grande
dignità. Fin dall' inizio il monachesimo cristiano assuns varie
forme, tra cui la soluzione estrema fu quella adottata dall'
eremitismo ( eremos= solitario), cioè nella scelta di una vita
vissuta in rigorosa solitudine e in luoghi spesso inaccessibili. Gli
eremiti erano venerati per la loro saggezza e alle loro grotte
convenivano folle di fedeli per sentirli parlare, o per avere
consigli. assai diffuse tra gli eremiti furono le diverse forme di
mortificazione del corpo; essi mettevano in atto pratiche
penitenziali e allo stesso tempo purificatrici, che dovevano
consentire, arrivati alla fine del mondo ad un perfetto contatto con
dio una di queste forme, tra le più estreme, fu quella utilizzata
dagli Stiliti, ossia da persone che vivevano lunghi periodi sopra gli
“stylos” cioè sopra alte colonne; lo stilita più famoso fu
Simeone il Vecchio, un siriano vissuto a quanto ci racconta 'l
ageografia cristiana, 3 anni nel deserto su un pilastro, in digiuno,
e quai sempre in piedi. Naturalmente gli stiliti divennero oggetto di
venerazione sotto le cui colonne si radunavano migliaia e migliaia di
persone che chiedevano benedizioni o addirittura profezie
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